Interviste – Tommaso Jannelli, giocatore del CUS Milano Rugby e Azzurro della Nazionale Seven, si presenta come Ambassador della Facoltà di Scienze Motorie.
Non capita tutti i giorni di avere come compagno di corso un giocatore della Nazionale. Questa fortuna è riservata agli studenti della Facoltà di Scienze Motorie che vantano tra i loro banchi Tommaso Jannelli, militante nel CUS Milano Rugby e Ambassador sportivo per l’Università degli Studi di Milano.
Ciao Tommaso, parlaci un po’ di te e della tua esperienza universitaria. È stato difficile conciliarla con lo sport ad alti livelli?
Ciao a tutti, sono Tommaso Jannelli, ho 21 anni e sono nato e cresciuto a Milano. Sono al terzo anno di Scienze Motorie e gioco nel CUS Milano Rugby. La mia esperienza universitaria è stata ed è un paradiso, ho avuto la fortuna di trovare un gruppo fantastico spingendomi ad andare in Università molto volentieri. Non è stato facile far combaciare allenamenti e studio, spesso si finisce l’allenamento tardi la sera e la mattina si ha lezione presto, quindi è sicuramente molto stancante. Ma, come si suol dire, “volere è potere”, se si è convinti di ciò che si sta facendo si è disposti a fare qualsiasi sacrificio.
Come mai la scelta di Scienze Motorie come Corso di Studi? Hai idea di che strada seguire dopo la Laurea oltre alla carriera sportiva?
In fondo è stata una scelta semplice. Sin da piccolo ho vissuto per lo sport, non riuscivo a stare fermo, avevo il continuo bisogno di fare qualcosa, forse ero iperattivo! Ho sempre pensato che la mia vita sarebbe stata legata allo sport, non riesco a starne senza nemmeno per un giorno, che sia praticarlo o guardarlo. Per questo, già alle superiori ho frequentato un Liceo Scientifico Sportivo e da lì ho poi proseguito il percorso con Scienze Motorie. Per il futuro l’obiettivo è quello di continuare l’impegno da preparatore atletico, come sto già facendo con l’Under 18 del CUS Milano, rimanere in questo mondo magari, oltre che come preparatore, anche da allenatore.
L’Italia è un Paese “calciofilo” e la stragrande maggioranza dei ragazzi lo sceglie come sport. La tua passione per il Rugby com’è nata in questo contesto? Raccontaci della tua carriera fino ad oggi
A dire la verità anch’io ho giocato a calcio per 9 anni, verso i 14 anni mi sono stancato e, avendo mio padre giocato a Rugby, ho voluto provare. Da subito mi sono innamorato di questo sport e del suo mondo. Sono stato accolto in squadra come se fossi stato da sempre uno di loro, sia dai compagni che dagli allenatori, un’atmosfera favolosa. La Domenica allo stadio te le davi di santa ragione in campo ma appena finita la partita chiacchieravi con gli avversari come se nulla fosse.
Ho sempre giocato per il CUS Milano, il primo anno in prima squadra siamo stati promossi in Serie A, quindi un esordio a dir poco favoloso. Purtroppo, l’anno successivo siamo retrocessi in Serie B, per questo la stagione scorsa sono passato in prestito a Parabiago, che milita in Serie A, per mantenere la categoria e continuare a giocare ad alti livelli. Con la situazione COVID ho deciso di ritornare al CUS Milano, spinto anche dalla proposta di ricoprire, come detto prima, il ruolo di preparatore atletico dell’Under 18, ho puntato su quello che potrebbe essere il mio futuro lavorativo.
Parliamo dell’esperienza Azzurra. Hai cominciato sin dalle giovanili o da Senior? Quali sono state le esperienze più emozionanti con la divisa della Nazionale?
La prima convocazione in Nazionale è arrivata in Under 18 per l’Europeo di categoria a Heidelberg, in Germania. Esperienza grandiosa, nonostante i risultati sul campo non siano stati granché. Da lì evidentemente devo aver fatto una buona impressione e sono stato convocato subito, dall’anno successivo, con la Senior, iniziando il mio percorso vero e proprio con la divisa Azzurra. Nel 2018 ho giocato i primi tornei mentre nel 2019 sono andato alle Universiadi, oltre che aver giocato le Qualificazioni Olimpiche e due tappe dell’Europeo. Infine, a Febbraio di quest’anno, sono andato in Cile ed Uruguay per le qualificazioni alle World Series, il top per il Rugby Seven internazionale, ma per un pelo non siamo riusciti a qualificarci. Questo è stato certamente uno dei momenti più alti della mia esperienza in Nazionale, a ripensarci mi viene la pelle d’oca, un’emozione indescrivibile.
Sei stato scelto dal CUS Statale come ambassador per lo sport in Statale, come hai accolto la notizia e cosa diresti agli studenti per ispirarli?
Sono molto contento di essere un Ambassador e spero di poter essere un esempio, essere la dimostrazione che lo studio e lo sport ad alti livelli possono convivere ed andare di pari passo, senza rinunciare a nessuna delle due cose. Ritengo che lo sport sia fondamentale sia a livello sociale che, ovviamente, sotto il profilo del benessere fisico e della salute. È vero il detto “mens sana in corpore sano”, per questo penso che lo sport sia un tassello fondamentale nella vita di ogni persona, e, in particolar modo, di ogni studente.
Noi della Redazione di Unimisport.it ringraziamo Tommaso per la grandissima disponibilità e, oltre a complimentarci per i grandi traguardi raggiunti, gli auguriamo un in bocca al lupo per le sue prossime imprese!
Tommaso Ricci
31 Ottobre 2020