UNIVERSITA’ – Intervista esclusiva al capitano della Juventus Chiellini, laureato in Economia.
La redazione di “S – Lo sport in Statale” ha intervistato in esclusiva il capitano della Juventus e della Nazionale Italiana di calcio Giorgio Chiellini.
In attesa che il prossimo numero del giornale, in uscita a novembre, venga stampato e distribuito gratuitamente in tutte le sedi dell’Università degli Studi di Milano, vi proponiamo in anteprima le dichiarazioni di Chiellini.
Chiellini (che in carriera ha un palmares che vanta 7 scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane, 1 bronzo olimpico e un secondo posto agli Europei del 2012) nel 2010 si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Torino, con una votazione finale di 109, presentando una tesi riguardante il bilancio di una società sportiva, la “sua” Juventus. Nel 2017 ha conseguito, sempre a Torino, la laurea magistrale in Business Administration, ottenendo una votazione di 110 con lode.
Molto spesso l’educazione degli sportivi passa in secondo piano, soprattutto viene percepita come facilitata dall’esterno. Cosa diresti per sfatare questa diceria?
Le dicerie fanno parte del mondo, sinceramente non gli ho mai dato peso e sono sempre andato avanti per la mia strada. In passato l’educazione per gli sportivi di alto livello è sempre stata vista come una cosa superflua ed inutile, per fortuna negli ultimi anni questo modo di pensare sta cambiando e ci stiamo rendendo conto dell’utilità dello studio anche per noi sportivi.
Come il calcio ad alto livello ha influenzato la tua vita da studente? E viceversa come lo studio ha influenzato quella da calciatore?
Il calcio ha influenzato la mia vita sin dal liceo perché le ore di assenza erano tante e dovevo dare di più quando ero presente, ma sono sempre riuscito ad organizzarmi. Anche nella scelta dell’Università ha influito perché ovviamente non ho potuto scegliere quelle con obbligo di frequenza. Lo studio ha influenzato la mia vita da calciatore in modo positivo, facendomi mantenere sempre un contatto costante con la realtà della vita (cosa che per noi che viviamo in un mondo dorato non è così semplice), e mantenendo il cervello attivo e lucido, fondamentale nei momenti cruciali della mia professione.
Nello sport, come nello studio, ti sono servite più le delusioni o le conferme? Hai mai pensato in entrambi i campi, questa non è la mia strada, ora mollo?
Le delusioni e gli errori mi sono sempre serviti per migliorarmi, le ho sempre poi girate in modo positivo. Devo ammettere che negli studi ho potuto prendermela con calma ed andare con una preparazione tale da non rimanere quasi mai deluso.
Ognuno si approccia agli esami in base alla propria esperienza di vita ed il proprio metodo, tu come hai affrontato esami e studio? La preparazione all’esame la concepivi come l’allenamento e l’esame come la partita della domenica? Uno degli esami da te sostenuti ti ha dato più preoccupazioni di un avversario affrontato in campo?
Sin dal liceo durante compiti e poi gli esami di stato sono sempre riuscito a tirare fuori il meglio di me. Chiaro che il mio approccio di studio è stato sempre molto solitario, al contrario degli allenamenti che svolgo sempre in compagnia. È stato più difficile sostenere tanti esami che giocare alcune partite.
Vista la tua esperienza, che consiglio daresti ad un universitario che dice di non riuscire a trovare il tempo per studiare?
Volere è potere, ma mi rendo conto che a volte uno non riesca a concentrarsi per studiare. Ho sempre pensato di voler fare l’Università, e sono contento di essere riuscito a raggiungere il mio obiettivo nonostante la fortuna che ho avuto nella mia grande passione. Non ho mai pensato di non portare a termine il mio percorso perché se inizio una cosa mi piace portarla a termine.
Come sportivo professionista ed ex studente universitario, come vedi e come pensi si possa evolvere lo Sport a livello universitario sul territorio italiano? E’ auspicabile sognare il “modello americano” dove i grandi campioni si educano, crescono e vengono lanciati dalle Università?
Non credo che si possa arrivare al livello americano ma sicuramente adesso sta diventando più facile e compatibile portare avanti lo studio con uno sport ad alto livello. Dobbiamo riuscirci in tutti i modi anche per far sì che gli idoli sportivi delle nuove generazioni abbiano un livello educativo e valori che possano essere un esempio positivi per tanti bambini.
In conclusione, un saluto per chi ci legge e “come te” ogni giorno si divide tra l’Università e il campo/la palestra, spesso facendo incredibili sacrifici solo per amore dello sport.
Volevo salutare e ringraziare tutti i ragazzi che si dividono fra impegni sportivi e di studio, e faccio loro i complimenti perché grazie a loro lo sport che è la nostra passione può essere veicolo educativo importante.
La redazione di “S – Lo sport in Statale” ringrazia Giorgio Chiellini e l’ufficio stampa della Juventus per l’estrema disponibilità dimostrata nella realizzazione di questa intervista.
29 Ottobre 2018